
EDITORIALE - Il lavoro che …
non c’è. Il lavoro che …
non c’è più quello di una volta: le 8 ore classiche, magari pure nel pubblico che ti portano dalla fine della scuola alla pensione. Il lavoro che… anche quando c’è,
non ti permette di arrivare a fine mese: il fenomeno dei “working poors” è sempre più drammaticamente diffuso nel nostro Paese. Il lavoro che …
è precario e sottopagato: i “poor workers” si potrebbero chiamare.
Oggi si, domani chissà. Il lavoro che … è solo: fatte le dovute eccezioni, il mondo sindacale c’è quando conviene, quando ci sono tesserati o un’operazione può portarne di nuovi. Altrimenti viva i pensionati con le loro tessere annali sicure (fino a quando?).
Il lavoro che …
non si crea: anche su scala locale, manca una rete solida di supporto all’imprenditorialità e che stimoli pure una cultura dell’imprenditività (utile essere vispi anche quando si è dipendenti di qualcun altro). Istituzioni locali, associazioni di categoria, sindacati, terzo settore vanno ognuno per la sua strada. Il lavoro che …
è cosa lontana dall’istruzione: la scuola italiana sta facendo una fatica mostruosa a tradurre in operazioni utili le migliaia di occasioni a cui obbliga la legge sull’alternanza scuola/lavoro. La scuola ci prova ma intorno è spesso un deserto quando non un mare di fotocopie per i poveri ragazzi. Il lavoro che…
i giovani saprebbero cosa fare: sono più freschi, hanno più fame, guardano al mondo con più strumenti dei loro padri. Bisognerebbe inserirne uno in ogni team di lavoro, dar loro supporto, consulenza, sgravi e incubatori. Ricominciamo da capo,
fondiamoci sui ragazzi.
[Vai in edicola e chiedi “AlessandriaNews e Sport”; in questo numero parliamo di lavoro. Che lavoro c’è oggi? Che coraggio c’è di crearlo? Poi: passa il giro d’Italia in provincia, i centri sportivi comunali del capoluogo che sono oggetto di aste. Inoltre, tanti altri contenuti di approfondimento provinciale. Infine, come al solito, a tutti gli aggiornamenti del calcio del fine settimana. Clicca qui per scoprirli]